Dobbiamo imparare ad abitare la Terra
Spesso mi chiedo come mai ho scelto di fare l'architetto.
Crescendo il mio rapporto con la natura si è fatto sempre più stretto, diventando il bosco la mia casa preferita.
Allora come mai proprio architettura? Come mai occuparmi di costruire?
L’antitesi del preservare.
I nativi abitavano in cerchio, e non solo perché le loro case erano delle tende con la base rotonda, ma perché tutto era allineato con il Cerchio Sacro della Vita.
La natura aveva i suoi movimenti, gli animali si spostavano e gli uomini con loro, così un villaggio non aveva un impatto definitivo e di lungo periodo sull’ambiente naturale, ma in poco tempo la natura ritornava ad essere come prima del passaggio dell’Uomo.
Le nostre case per quanto ecologiche, passive, bio hanno comunque un impatto sul luogo che abitiamo soprattutto quando si creano città e infrastrutture.
La natura è molto più forte di quello che pensiamo, e anche se in molto tempo potrebbe riprendersi i suoi spazi rubati, ma noi…. noi viviamo totalmente disconnessi dalla natura.
Chi è lassù ha piani che spesso non comprendiamo, e me lo domando quando sono in cantiere a occuparmi di demolizioni e costruzioni, io che vivrei in un bosco dialogando con le piante attorno.
A volte il cammino diventa chiaro procedendo passo dopo passo, esperienza dopo esperienza.
Mi occupo dell'abitare, dell'abitare la terra, del riconnetterci con la natura anche tra quattro mura domestiche, ritornare a sentirci orientati sul territorio, ritornare a percepire di vivere in un ambiente naturale, in ascolto dei venti, della geologia del territorio, dell'illuminazione naturale, dei cicli della vita.
La Terra non ha bisogno di essere salvata, ma noi sì.
Noi dobbiamo imparare ad abitare la Terra.